Nata forse a Mantova tra la fine del XIII e gli inizi del XIV secolo e morta nella stessa città nel 1354. Figlia di Nicolino Dovara, a sua volta discendente da Gandione, braccio destro di Buoso da Dovara, e di Giovannina, che era già stata unita in matrimonio con un esponente della famiglia Bonacolsi, che deteneva la signoria di Mantova alla fine del Duecento, Anna si è trovata al centro di importanti politiche matrimoniali fra le famiglie ghibelline dell’Italia del Nord. La sua vicenda personale si intreccia infatti con le scelte politiche di grandi famiglie come, ad esempio, quelle dei Bonacolsi, dei Gonzaga e della stessa a cui apparteneva, grazie alla sua ricchissima dote, che in sostanza comprendeva buona parte del patrimonio che i Dovara avevano saputo sapientemente costruire nel corso dei decenni precedenti, e che era giunto quasi integro sino a lei, per la morte prematura dei membri della famiglia di linea maschile.
Il padre di Anna, il miles Nicolino, durante il lungo esilio, che coinvolse i Dovara a partire dal 1269, insieme ad altri esponenti della famiglia aveva trovato rifugio nella Verona degli Scaligeri e nella Mantova dei Bonacolsi. Egli era rientrato a Cremona dopo la discesa in Italia dell’imperatore Arrigo VII (1310) e aveva ottenuto la possibilità di recuperare parte dei beni della famiglia confiscati dal governo guelfo dopo il bando, e nel 1314 aveva redatto il testamento a Mantova, nel palazzo dei Bonacolsi, dove con ogni probabilità risiedeva Anna, designando la figlia erede universale dell’ingente patrimonio.
È nel contesto delle relazioni fra le famiglie più in vista della città di Mantova che si concretizza il matrimonio di Anna Dovara con Filippino Gonzaga, figlio di Luigi che nel 1328, con l’aiuto di Cangrande Della Scala, cacciò i Bonacolsi da Mantova, dando così inizio alla signoria dei Gonzaga. Bonamente Aliprandi (1350-1417 ca.) nella sua “Cronica de Mantua” riferisce che alla base della rivalità fra le due famiglie mantovane ci fosse l’amicizia fra Francesco Bonacolsi, figlio del Passerino, signore di Mantova, e Filippino Gonzaga tramutata in odio per ragioni di gelosia: il giovane Bonacolsi accusava Filippino di andare “doniando” la sua donna, riproponendosi di rifarsi a sua volta sulla moglie di questo, per l’appunto Anna Dovara. Non sappiamo con certezza se la cacciata dei Bonacolsi affondasse le radici su queste vicende; tuttavia, sappiamo che la versione romanzata dei fatti ha sempre affascinato gli storici mantovani, sino a diventare soggetto di un dramma lirico, intitolato “Anna Dovara”, composto da Giuseppe Zelioli nel 1890. E per lungo tempo il Palio delle Contrade di Isola Dovarese rievocava la celebrazione del matrimonio fra Anna Dovara e Filippino Gonzaga.
La dichiarazione dei beni che Anna portava in dote al marito, risalente al 9 giugno 1332, è contenuta in una pergamena dalle dimensioni eccezionali – circa 4 metri di lunghezza – che annota tutti i possedimenti che la giovane cremonese aveva ereditato dai suoi avi, ossia immense proprietà frazionate nella città di Cremona, a Pomponesco, Correggioverde, Fossa Caprara, Vescovato, Cicognara, Sabbioneta, Commessaggio, Rivarolo, Viadana, Isola Dovarese, oltre alla rocca di Buoso, posta nell’attuale territorio del Comune di Pessina Cremonese. Proprietà che permisero ai Gonzaga di estendere il loro dominio oltre i confini tratteggiati dal fiume Oglio, nel territorio dell’episcopato cremonese.