Nel tardo autunno del 1458 Barbara del Brandeburgo durante un viaggio verso Cremona insieme alle figlie Gabriella e Dorotea fa tappa a Isola Dovarese ospite nelle abitazioni dei Dovara in castello. Un viaggio preparato da tempo per cementare l’alleanza fra i Gonzaga di Mantova e gli Sforza di Milano attraverso delle nozze. Nel novembre del 1458 Gabriella, figlia naturale del marchese Ludovico Gonzaga marchese di Mantova, dopo lunghe trattative, doveva raggiungere Milano per diventare la sposa di un grande uomo d’armi: Corrado da Fogliano, fratello di Francesco Sforza. Lei poco più che ventenne, era già vedova di Gilberto da Correggio, mentre lo sposo era il braccio destro del duca di Milano, uno degli uomini più potenti dell’Italia del primo Rinascimento, che gli era stato a fianco nelle dure battaglie per la conquista dello Stato. Ad accompagnarla nel viaggio nuziale, che aveva come tappe prima Cremona e poi Milano, la marchesa di Mantova con la figlia Dorotea, di soli 9 anni, ma già fidanzata con il conte Galeazzo Maria, primogenito dei duchi Sforza, e Marsilio Andreasi, il fedele segretario dei marchesi. Quello della piccola Dorotea sarebbe stato il matrimonio del secolo, mentre quello di Gabriella e Corrado lo era quasi. Per la ‘contessa’ – così veniva chiamata la piccola Gonzaga in virtù dell’unione con l’erede degli Sforza – era giunto il momento di debuttare in società e di mostrare le sue doti femminili davanti alla corte milanese. La brigata mantovana giungeva a Isola Dovarese il 21 novembre 1458, dove veniva ospitata per l’appunto nelle abitazioni della famiglia Dovara, che accoglieva le principesse con grandi feste, mettendo in mostra tutto ciò che c’era da mostrare in un piccolo borgo di confine, abitato da pochi borghesi, tanti contadini, e che poteva nascondere anche qualche contrabbandiere. Ogni anno l’evento viene rievocato il secondo fine settimana di settembre durante il Palio delle Contrade.
“Questa sera son gionta qui a Lisola – scriveva la marchesa al consorte nella lettera che ancora oggi si conserva all’Archivio di Stato di Mantova – dove da questi zenthilhomini de la celsitudine vostra son stata vista molto voluntera e recevuta cun gran caritade e amorevolezza. Domani doppo disenare me aviarò verso Cremona, ne altro mi acade”.
Il giorno seguente la brigata mantovana veniva scortata dai Dovara verso Cremona, e ad attenderla a Vescovato il conte Galeazzo Maria Sforza con il suo seguito, per condurla nel castello di Santa Croce, una delle dimore preferite da Bianca Maria Visconti. La duchessa di Milano, insieme alla madre Agnese Visconti, alla figlia Ippolita Maria e alle dame di corte, aveva organizzato conviti e feste da ballo a cui parteciperanno le più belle donne della città per festeggiare la marchesa di Mantova. Infine, Gabriella raggiungerà il futuro sposo a Milano dove verranno finalmente celebrate le nozze.
Barbara Hohenzollern – ritratta nel mirabile affresco della “Camera Picta” del castello di San Giorgio di Mantova da Andrea Mantegna – figlia di Giovanni detto l’Alchimista e di Barbara di Sassonia, nipote dell’imperatore, era nata nel 1422. Nel 1433 si prospettò per lei il matrimonio con Ludovico Gonzaga, destinato a divenire marchese: appena undicenne giunse a Mantova, dove fu accolta con grande sfarzo. Il matrimonio completò l’ascesa dei Gonzaga innalzandoli al rango di principi dell’Impero, al punto che i signori del Brandeburgo non dovettero pagare alcuna dote per la sposa. Fu ammessa alla scuola fondata a Mantova dai marchesi Gianfrancesco e Paola Malatesta e affidata all’umanista Vittorino da Feltre – la celebre Ca’ Zoiosa – frequentata dai principi della famiglia e da Federico da Montefeltro, Taddeo Manfredi e Giberto da Correggio. Barbara apprese così il latino, il volgare italiano, la storia, e nello stesso tempo imparò a diventare principessa insieme allo sposo, al punto che vent’anni dopo, Francesca Sforza sosteneva che parlare di affari di stato con l’uno significava parlare anche con l’altra perché erano “dui corpi e un’anima sola”.
Molto stimata dal marito, che le affidò la reggenza del Marchesato durante le sue numerose assenze perché impegnato in battaglia, Barbara partecipò alla gestione del governo e si occupò personalmente l’educazione dei figli. Diede molto risalto alle relazioni tra Mantova ed il Sacro Romano Impero, facendo sposare tre dei suoi figli e figlie con principi e principesse tedesche. Barbara condusse inoltre gran parte della corrispondenza diplomatica, non solo con la sua famiglia, soprattutto con Bianca Maria Visconti, la Curia Pontificia e molte personalità importanti. Grazie a lei la corte dei Gonzaga divenne un importante centro di diffusione della cultura. Morì nel 1481.