Fra i “volti” degli isolani famosi possiamo ora inserire anche il pittore Giuseppe Caletti, detto il Cremonese. Grazie agli studi di Cecilia Visentini si può ora affermare che l’artista, che è vissuto e si è espresso a Ferrara nella prima metà del Seicento alla scuola del Guercino, era nato nella Isola Gonzaga, Stato di Bozzolo, che era l’attuale Isola Dovarese. La studiosa è risalita a questo dato attraverso alcuni documenti notarili, conservati all’Archivio di Stato di Ferrara, nei quali il fratello Pietro o Pier Antonio Caletti aveva ottenuto la cittadinanza ferrarese nel 1623. Nel corso di una ricerca fra i registri battesimali dell’Archivio parrocchiale di Isola Dovarese della fine del Cinquecento è stato inoltre individuato l’atto di battesimo sia di Pietro Antonio risalente a1 1594 che del fratello Giuseppe Carlo (non Giuseppe Maria come tramandato erroneamente dalle fonti) risalente al 9 febbraio 1599, che risultano essere entrambe figli di Giuseppe Caletti e Lucrezia. Gli studi sono ancora aperti e resta ora da appurare il periodo in cui il pittore Giuseppe sia giunto a Ferrara, ma sembra probabile supporre che vi si sia trasferito nel 1610, al seguito del fratello che a Ferrara faceva il barbiere e con ogni probabilità insieme a tutta la famiglia.
Dopo aver lasciato il borgo natio, secondo recentissimi studi, Caletti soggiornò a Cento fra il 1615 ed il 1621 presso la bottega del grande Guercino dal quale apprese la sua pittura morbida, con ombre profonde e un naturalismo prettamente. Fu attivo a Ferrara fra il 1620 e il 1640; aveva una personalità pittoresca, conduceva una la vita sregolata, più dedita a frequentare le taverne che le accademie di pittura. Di certo conobbe la cultura cinquecentesca, dal ferrarese Dosso Dossi ai veneti Tiziano e Giorgione che imparò a imitare, facendo passare opere sue come originali di scuola veneziana fra i collezionisti del primo Seicento. Morì a Ferrara nel 1641 e nel corso della sua vita viaggiò molto alla ricerca di protettori ma anche di modelli per migliorare la sua pittura. Tornò di certo nei luoghi d’origine, forse richiamato da qualche parente, poiché nella chiesa parrocchiale di San Giovanni Decollato di Pieve Terzagni, si trova una sua bellissima pala che raffigura l’Angelo Custode mentre presenta l’anima di un fanciullo al Salvatore sottraendola al demonio. Con ogni probabilità l’opera non è stata realizzata per essere collocata in quella chiesa, ma vi è arrivata da qualche luogo di culto vicino, forse non più esistente.