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Beata Elisabetta Picenardi

 

Elisabetta Picenardi nasce nella città di Mantova nell’anno 1428 da Paola de’ Nuvoloni e Leonardo Picenardi, proveniente dall’antica e illustre famiglia documentata a Cremona sin dal XII secolo e dal XVI avente diverse proprietà nel territorio oggi di Torre de’ Picenardi.

Trasferitosi nella città di Mantova per motivi politici con la famiglia, Leonardo Picenardi divenne ufficialmente cittadino mantovano ed entrò successivamente nella macchina dello stato gonzaghesco, assumendo diverse cariche pubbliche fino a diventare Podestà della città nel 1442 e ricoprendo anche importanti ruoli alla tesoreria dello Stato.

Elisabetta ebbe quindi la possibilità di crescere in un ambiente agiato, ricco di stimoli culturali in una Mantova in pieno splendore, fu in particolare la madre Paola a impartire ai figli una solida educazione cristiana, insegnamenti che contribuirono non poco alla futura vocazione della figlia, tanto che a circa 20 anni di età la giovane maturò la decisione di entrare a far parte del terz’ordine dei Servi di Maria.

L’esistenza di Elisabetta Picenardi da religiosa, breve, raccolta e discreta, attirò sin da subito l’attenzione dei membri del suo ordine e dei concittadini mantovani e la sua fama si diffuse rapidamente; i famigliari riferirono che spesso ebbe delle apparizioni mistiche con la Vergine Maria e con Lei la si sentiva conversare a lungo nella sua cella.

Sempre fonti dell’epoca tramandano che fu anche illuminata dal dono della profezia, predicendo varie cose che poi effettivamente accaddero; il 15 luglio 1467 fece testamento e nel testo predisse il giorno e l’ora esatti della sua morte un anno prima che avvenisse il 19 febbraio 1468.

Fra la popolazione mantovana godette sin da subito della fama di santa e taumaturga, essendo morta in “odore di santità” e le vennero attribuiti sin da subito numerose grazie e miracoli.

Fra i numerosi miracoli attribuiti alla Beata Elisabetta i più citati dalle fonti antiche risultano essere in particolare quello di aver salvato una bambina caduta nel lago di Mantova (anteriore al 1472), la guarigione di una nipote colpita da un cancro incurabile; di suor Benvenuta che nel 1472 moribonda recuperò completamente la salute ed altri.

Nella chiesa di S. Barnaba in Mantova, sito dell’antico convento servita da lei frequentato in vita e dove venne sepolta, è ancora attualmente presente un antico affresco che la raffigura, databile tra il 1475 e il 1485, che rappresenta la più antica iconografia oggi esistente.

Con le soppressioni napoleoniche avvenute a partire dalla fine del XVIII secolo, le reliquie della Beata Elisabetta giunsero a Torre de’ Picenardi nell’autunno del 1799 nella residenza dei discendenti conosciuta come Villa Sommi Picenardi, nell’antico oratorio del complesso. In data 20 novembre 1804 su approvazione di Papa Pio VII,  venne ufficializzato il culto e i relativi riti religiosi. Nel 1846 i marchesi Sommi Picenardi decisero di trasferire e depositare le reliquie della loro illustre antenata nella vicina chiesa parrocchiale di S. Ambrogio dove ancora oggi si trovano.

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