Il complesso risulta documentato come fortilizio a protezione dell’abitato circostante a partire dal XV secolo, nell’anno 1526 la popolazione locale cede la proprietà ad Antonio Maria Picenardi e all’omonima famiglia, che nei secoli successivi ne farà la principale e prediletta residenza estiva.
Resti del nucleo più antico risultano quelli dell’antico “Castellotto”, situato nella parte sinistra del complesso, che dal XVII secolo viene progressivamente ampliato dai proprietari spostando l’ingresso principale verso quello attuale, dal quale si accede attraverso il ponte levatoio che supera il fossato perimetrale che delimita la villa e il parco.
A partire dal 1770 circa i fratelli marchesi Ottavio-Luigi e Giuseppe Picenardi avviano un lungo ed impegnativo intervento sulla residenza estiva di famiglia, che li porterà a farne una delle più importanti residenze estive nobiliari dell’intera provincia cremonese.
I Picenardi chiamano ad operare importanti progettisti come l’architetto Luigi Voghera e l’architetto Faustino Rodi, che ridisegnano per oltre un trentennio buona parte degli edifici conferendone l’aspetto attuale, distribuiti sui tre cortili principali, dove si affaccia anche l’antico Oratorio sacro della Villa dedicato alla Visitazione della Vergine Maria.
I vasti ambienti interni risultano riccamente decorati da artisti lombardi e impreziositi di importanti collezioni artistiche, fra cui una importante quadreria, oggi non più presenti.
A partire dal 1772 e per oltre quattro decenni i marchesi Picenardi avviano la costruzione di uno dei più importanti e significativi esempi di giardino all’inglese della penisola, divenuto celebre e a suo tempo visitato da re, regine, letterati, artisti e importanti personalità, citato inoltre in importanti guide e pubblicazioni per secoli, alla cui progettazione contribuirono importanti personalità e studiosi dell’epoca come Giuseppe Jappelli.
Ancora oggi la villa è di proprietà privata.